Milano, capitale europea famosa per il lusso, la moda e gli eventi mondani, oggi è anche protagonista di un dibattito con la regione che ha di fatto bloccato il numero per le nuove licenze taxi. Questo dibattito inutile, fazioso, politicizzato nuoce gravemente alla città meneghina rendendola la Cenerentola delle capitali europee. Milano ha pochi taxi e quelli che ci sono sono costosi, punto.
Questo attacco alla mobilità cittadina ha un nome e cognome e uno schieramento politico Gianluca Comazzi, capogruppo di Forza Italia a Palazzo Pirelli. Le sue parole sono ridicole:«Nonostante le difficoltà con cui devono misurarsi ogni giorno, il Comune di Milano ha deciso in maniera unilaterale di mettere a bando 450 nuove licenze, inasprendo ulteriormente il clima. Considerato che il rilascio di nuove licenze taxi è però una prerogativa di Regione Lombardia — aggiunge — con la mozione approvata oggi abbiamo bloccato un provvedimento inutile e dannoso»
Ma esattamente quali sono le difficoltà con cui devono misurarsi i tassisti tutti i giorni? L’unica difficoltà dei taxi a Milano è mantenere la loro posizione dominante restando pochi e costosi, a discapito dei cittadini e della crescita della città.
Il povero assessore alla Mobilità Marco Granelli risponde alle accuse di non aver approfondito circa le reali necessità di taxi: «Ci abbiamo messo un anno per superare le resistenze della Regione sulla riforma tariffaria e finalmente abbiamo fatto il biglietto unico integrato del trasporto pubblico, ed ecco, un nuovo stop alla crescita di Milano — scrive l’assessore sulla sua pagina Facebook —. Noi vogliamo che a Milano il servizio taxi sia più numeroso perché i dati ci dicono che Milano sta crescendo. La Regione chiede uno studio: i dati li abbiamo mandati all’ assessore Terzi il 2 agosto»
E quindi ancora una volta si sentono solo dei no.
No ad uber. No alle nuove licenze. No agli Ncc.
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