Isoradio 103,3 il canale di pubblica utilita’ ed il mistero dell’isofrequenza prima parte

Premesso che isofrequenza significa frequenza uguale, se una radio ha nel proprio nome “iso” e la frequenza, in questo caso 103.3, si puòpensare che in tutto il suo bacino di esercizio la frequenza sia uguale.

Se fossimo in Germania questo sarebbe normale. Ma siamo in Italia, la terra dei cachi o meglio dei politici che hanno distrutto conlogiche da dilettanti tutto.

E quindi, vista la conformazione orografica difficile del nostro paese della rete autostradale che lo attraversa, cosa c’era di meglio che pensare ad una serie di frequenze diverse per una radio che delle frequenze uguali ne ha fatto marchio? Qualche politico avrà pensato che con l’RDS il problema si sarebbe risolto. Pensiero da incompetente: grazie a come è fatta l’Italia orograficamente l’RDS non funziona. Punto.

Per risolvere la situazione oggi non ci vorrebbe molto. Poiché tutti gli editori radiofonici hanno concessioni pubbliche basterebbe levare la frequenza 103.3 – per essere precisi da 103.2 a 103.4 – a chi le ha. Ricordando anche che questi signori dell’etere pagano pochissimo le concessionied hanno una serie impressionante di agevolazioni e contributi. Naturalmente ISORADIO darebbe alle emittenti, per così dire sfrattate dai cento tre e tre lapropria frequenza di quella zona.

Il problema quale è rispetto ad una proposta così?

Bè molto semplice il problema è politico. I politici storicamente quelli della Lega, hanno sempre difeso la piccola emittenza locale. Il paladino è stato Antonio Marano, che però dal 1996 ha un sontuoso stipendio da mega dirigente RAI.

Adesso ne abbiamo un altro. Alessandro Morelli. Che è ilpresidente della Commissione trasporti che legifera anche sulle telecomunicazioni, oltre che sul Codice della Strada. Questo signore stafacendo le stesse dichiarazioni del suo predecessore, a 25 anni di distanza.”Dobbiamo difendere la piccola editoria locale, ricchezza della democrazia”.

Ci chiediamo come sia possibile pensare ancora che emittentiche non fanno ascolti possano difendere la democrazia. Difendono coloro che netutelano i finanziamenti pubblici, questo sicuramente si.

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